Dopo la bocciatura della legge sull’immigrazione, il ministro Darmanin ha rassegnato le dimissioni, ma Macron vuole trovare una soluzione.
A un anno dalla sua presentazione, la riforma sull’immigrazione del ministro dell’Interno Gérald Darmanin non ha ricevuto esito positivo. Le ultime modifiche apportate al testo nei mesi scorsi non ha convinto l’Assemblea Nazionale francese, che ha bocciato il pacchetto di riforme.
Il pacchetto sull’immigrazione di Darmanin
Il governo Macron lo scorso anno aveva modulato un pacchetto di riforme, che mirava a un maggiore controllo dell’immigrazione irregolare semplificando i percorsi di integrazione. Tuttavia, la proposta di legge è stata accantonata momentaneamente per dar spazio alla questione delle pensioni che aveva scatenato diverse polemiche in Francia.
Una volta che le acque si sono calmate, il ministro Darmanin ha ripresentato la bozza di legge alla Commissione giuridica dell’Assemblea Nazionale, che ne ha poi modificato alcuni dettagli. Una decisione che non è stata presa positivamente dal Rassemblement National e dai Repubblicani.
La riforma è stata bocciata
Nella giornata di ieri, lunedì 11 dicembre, la legge sull’immigrazione del governo è stata bocciata dal Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen fino alla France Insoumise (Lfi) di Jean-Luc Mélenchon, passando dalla coalizione di sinistra Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale (NUPES), fino al partito conservatore dei Repubblicani.
La riforma è stata aspramente criticata per aver ridimensionato troppo i cambiamenti apportati alla riforma dal Senato, che ha una maggioranza conservatrice. Appresa la notizia, il ministro Gérald Darmanin ha rassegnato le dimissioni al presidente Emmanuel Macron, che però le ha subito respinte.
Il governo francese ha quindi annunciato l’intenzione di convocare una commissione mista paritaria, con deputati e senatori, per giungere ad un “compromesso tra la maggioranza e le opposizioni” sul pacchetto immigrazione.